Martedì, 08 Luglio 2014 13:56

La finestra sul bosco. Istantanee di un mondo che fugge

Scritto da  Gerardo

Da Chiara Hillesum, riceviamo Istantanee di un mondo che fugge.





ISTANTANEE DI UN MONDO CHE FUGGE....



Milano, fine giugno.... Come ogni mattina tanta, tanta gente: sugli autobus, nel metrò.
E dovunque...
Il passo repentino di chi non è abituato a "perder tempo".. Vita di città, una grande città, che si muove..

Ma quanto lontana dalla "Milano da bere" e dalla sua "allure" patinata ed elegante!
Il caldo torrido allenta il nodo accurato delle cravatte, scompiglia la geometria di capelli dal taglio magistrale..... L'immagine... La sua importanza, la sua "parte"...

La gente corre, come sempre.. Siamo a Milano..

Ma c'è qualcosa che rende l'aria strana.. Autoriflettente, come in un miraggio..
Un grande specchio in cui nessuno ha voglia di specchiarsi...

Si corre.. Non c'è tempo per guardare... Né tantomeno per guardarsi dentro...

Pza Cadorna, prostrata nella luce, mi appare come una piazza metafisica: e in realtà, mi accorgo, fuori dalla stazione non c'è più anima viva..
Nessuno....
Solo l'afa che avvolge ed unge tutto.. Rendendo ancora più incivili le scritte blasfeme con le bombolette spray..
Ed ancora più sporco ciò che già è sporco..


Sul treno che da Porta Garibaldi va a Varese, trovo a fatica un posticino, vicino ad una donna Cinese con il suo bambino..
Siamo tantissimi, ma nessuno parla...
Qualcuno freneticamente cancella e invia messaggi dal suo telefonino..
Altri fissano lo sguardo su un giornale di cui non girano mai pagina...
Altri ancora guardano fuori dal finestrino, un tragitto che hanno fatto mille e mille volte..
Chissà che pensano...
Anch'io guardo ed alla fine, forse, siamo accomunati da uno stesso dolore: nessun paesaggio..... Grandi cartelloni pubblicitari campeggiano sul nulla, sul disastro: una sequenza impressionante di fabbriche dismesse, seguite da case, ed anche ville in abbandono...
VENDESI VENDESI VENDESI
Cuore pulsante di questo nulla, mega centri commerciali dove – io penso – forse la gente va solo per potersi godere un po’ di fresco..
Approfittando del fatto che l'aria condizionata – almeno ufficialmente e per ora – ancora non si paga..

Improvvisamente, fra due case... Un campo di granturco.. Probabilmente di nessuno, dimenticato... Quindi salvo.
E' rigoglioso, s'intravedono molte pannocchie promettenti..
E ricordo di quando, bambina, intorno ad ogni piccolo paese, tutto era campagna!
E in realtà l'animo della gente che andava a lavorare ogni mattina ai telai delle tessiture, rispondendo al richiamo di lugubri, imperiose sirene,
ancora rimaneva un animo semplice, contadino..

La Lombardia non era ricca, ma sapeva lavorare.. C'era un senso sociale.. E regole precise... Un'etica, personale e del lavoro.. E rispetto. E educazione.
Nelle case, povere, essenziali, molta pulizia.. Non il mare, non il cielo... Mesi e mesi di triste, fitta, e a volte fittissima nebbia..
Ma in Lombardia si lavorava... E il lavoro nobilita l'uomo, si diceva, lo rende indipendente e libero..

Su questa intraprendenza e forza morale personale si è fondata, crescendo, tutta un'economia a cui l'Italia in generale deve attenzione e riconoscimento: ma ora?
Che sta accadendo, ora?

La gente corre, abituata a correre da sempre... Ma non ha più mèta..

E neppure ha più ha il cuore semplice di chi viveva in case di ringhiera... Condividendo povertà e speranze...
Cortili interni.. Spogli... Una latrina che serviva tutti... E in un canto.... L'albero dei diosperi!
O "cachi", secondo l'uso popolare..

Dorati, gonfi e succosi frutti, raggio di luce e festa..
Inaspettato dono di un pallido, severo, lontano sole...

Il Lombardo non è certo loquace – o perlomeno questa non è mai stata la sua peculiarità...
Ma ora il silenzio è imbarazzante... Pesante.. Freddo.. Tombale...
La gente è chiusa a riccio.. Sfiduciata... Sembra nascondere un grande senso di paura..

E come un vuoto.... Un terribile vuoto...

Durante il viaggio di rientro in terra di Toscana, non ho potuto fare altro che pensarci..
Ed imboccando la piccola, accidentata sterrata che porta alla mia casa, e al caro, pieno silenzio del "mio" bosco..
Mi sono resa conto di quale immenso valore sia nella Bellezza, nel privilegio della Sua frequentazione

Non nelle stanze dei bottoni, ma sotto un albero, e al vento, e al respiro di ogni cosa che respira

Possiamo dobbiamo trovare la risposta a questa "crisi"!

A cominciare dal cambiarle segno: e darle la sua giusta, vera valenza
Perché ogni crisi è un'opportunità!

Di cambiamento, di miglioramento. Feconda ricerca verso un'"altra" strada...

Cominciamo a insegnarlo ai bambini, esattamente e proprio perché a noi, nessuno
mai ce lo ha insegnato...



Da quanto tempo... Da troppo tempo assoggettiamo la nostra vita alla paura...





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